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Descrizione

La palude di Pellegrina è classificata come zona umida SIC (sito di importanza comunitaria) almeno dal 1995 e ZPS (zona di protezione speciale) dal 2003 col n. IT3210015 e inserito nell’ambito di Natura 2000.

Essa si estende per 111 ettari fra i territori di Erbè, Isola della Scala, Nogara e Sorgà ed è divisa in due parti dalla strada costruita nel 1536 per collegare la frazione di Pellegrina con il Mulino Nuovo di Erbè.

La palude è una delle poche zone che ancora conserva tracce dell’ambiente vallivo originario del fiume Tartaro, compreso fra i suoi antichi paleoargini distanti fra loro centinaia di metri. La depressione venne realizzata alla fine della glaciazione del Wurm circa diecimila anni fa, quando gli enormi fiumi di scioglimento dei ghiacciai morenici scavarono con la loro forza enormi solchi nella pianura, dove in seguito i fiumi di risorgiva trovarono posto dove incanalare il proprio corso.

Purtroppo lavori di estrazione della torba negli anni 50 e 60 del Novecento hanno stravolto l’aspetto originario di gran parte della palude andando ad eliminare il Tartarello degli Erbazzoni che scorreva in mezzo alla valle. Esso era l’antico corso del Tartaro, divenuto poi secondario quando nel 1561 venne realizzato il nuovo tratto pensile per l’azionamento del Mulino Nuovo di Erbè e che ancora oggi è il percorso del fiume.

Ma vi sono ancora tratti della palude a canneto e carice, soprattutto in corrispondenza della porzione meridionale. Invece nella parte settentrionale, maggiormente violata dall’apertura delle cave di torba, è stata fatta un’opera importante di piantumazione negli ultimi decenni.

Anche se l’ambiente originario è stato in gran parte modificato, tuttavia la presenza dei laghetti delle cave, tratti inalterati del corso del fiume e la rinaturalizzazione di altre parti hanno permesso la costituzione di una zona umida ricca di peculiarità dal punto di vista della flora e della fauna.

Si registra la presenza della cannuccia di palude (Phragmites australis), della felce palustre (Thelypteris palustris), della sagittaria comune (Sagittaria Sagittifoglia), della ninfea limnantemio (Nymphoides peltata), nonché di salici bianchi, ontani, frassini e pioppi neri, che hanno permesso l’insediamento di molte specie di uccelli e perfino la costituzione di una garzaia almeno dal 2008 che ad oggi è la più grande del veneto con 400 nidi di airone rosso, garzetta, nitticora, airone guardabuoi e sgarza ciuffetto (è l’unico sito dove finora è stata accertata la nidificazione stabile di questo piccolo ardeide). Sono inoltre presenti l’airone bianco maggiore e il marangone minore, un tempo ritenute specie rare.


Modalita di Accesso

Accessibile ma in modo contingentato nella parte gestita dalla Cooperativa Cà Magre, per necessità di non disturbare le specie nidificatrici. Preferibile concordare l'ingresso per gruppi numerosi.

E’ in parte formata da ex cave di torba che sono state naturalizzate e in parte dai resti dell’antica palude fatta di cariceti e canneti.


La palude è zona SIC e ZPS e fornisce l’habitat ideale a molte specie di uccelli e di flora. All’interno trova posto una delle garzaie più grandi del Veronese e non solo.


L'accesso è libero dal lato del Mulino di via Madonna di Erbè, ma senza cani e obbligo di silenzio e rispetto per le specie nidificanti.



Dove

pellegrina

Contatti

Orari di Apertura

La palude col mulino sono visitabili contattando l'associazione Antiche Contrade alla mail viedeimulini@libero.it

Pagina aggiornata il 07/04/2025 15:34:00

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